Luglio 2008, Luglio 2018. Dieci anni dal Cavaliere Oscuro di Jonathan e Cristopher Nolan.
Qual è la sua eredità?
Sintetizzando in una formula: la finzione è la funzione della realtà.
Per tradurre, in sostanza si tratta del motto/stile di vita di Gregory House, everybody lies.
Già, perché Dark Knight è tante cose ma è una su tutte. Un gigantesco elogio della finzione.  

Il sorriso.
Sociologismo
Mettiamola così. Bruce Wayne, Harvey Dent, Jeff Gordon, Batman, Alfred. Mentono tutti.  
Per fare un rapido elenco:

James Gordon: finge la sua stessa morte; finge coprendo i poliziotti corrotti con cui lavora; finge al figlio dicendogli che andrà tutto bene etc..

Harvey Dent: finge di essere Batman; gioca con una moneta falsa di baudeleriana memoria etc..
Bruce Wayne: finge di non essere Batman; finge di non amare più Rachel etc..
Batman: finge di aver ucciso gli uomini che ha ucciso Dent.
Rachel Dawes: finge di non amare più Bruce Wayne
Alfred Pennyworth: brucia la lettera.

la rapina dei Clown

Ora, non che si tratti di una questione di quantità. Ma nell’elenco c’è quasi l’intero cast principale di Dark Knight. L’unico che non mente è Joker, cioè il mostro.

E qual è la credenza ontologico-esistenziale che orienta i giochi sociologici di Joker? Il caos è equo.

In altre parole l’unico criterio etico-comportamentale da seguire per l’anti-eroe per eccellenza è quello della uguaglianza, sdoppiata come segue:

  1. nel caos, causa per ottenerla
  2. nell’equità, il fine che la garantisce.

Cosa rende inaccettabile una figura come Joker all’interno della società civile?
Non tanto che sia uno schizzato fuori da ogni schema. Quella, semmai, sarebbe la conseguenza della causa primordiale. La causa che lo rende inaccettabile è esattamente la risposta alla domanda che Gordon pone ad inizio film, dopo la rapina dei clown: Che cosa nasconde sotto quel trucco?

«Cosa c'è sotto quel trucco?»

La risposta è, niente. 
Perché Gordon si pone una domanda simile?
Perché è il modo in cui un tipo come Gordon è abituato a pensare: vedere quello che sta sotto la superficie.
Quello che sfugge a Gordon, Batman, Dent e gli altri è esattamente l’evidenza: sotto il sorriso, c’è il sorriso.

Gli esperimenti che costruisce Joker durante tutto il film tendono a rendere evidente proprio il massimo dell’evidenza, cioè che l’evidenza è occultata. Ciò che sta a cuore a Joker è cioè la natura sociologica dell’occultamento: senza finzione, senza un “discorso”, senza “politica”, salta in aria anche la società civile.

La lettera.
Esistenzialismo
In una sequenza della seconda metà del film Harvey Dent accetta di sacrificarsi, e andare in galera al posto di Batman, disinnescando il ricatto di Joker. Bruce, presente alla conferenza stampa, non fa niente per fermarlo. Come spiega Alfred a Rachel, indignata per il comportamento dell’amico/amante, i due sanno bene che Batman protegge qualcosa di più grande di entrambi. Qualcosa di superiore, anche, alla verità.

Il discorso però non convince Rachel, che lascia una lettera per Bruce nella quale confessa (facendo anche un po’ la figura di quella permalosa che se la lega al dito) che sposerà Harvey Dent.

Non a caso Dark Knight è stato criticato come un film reazionario e Batman l’eroe del nulla cambi. In questa ottica Joker scoperchierebbe la vera dark side, cioè l’ideologia dominante della democrazia occidentale e lui si porrebbe come il vero anti-Dark Knight.
Di questo è convinto anche il filosofo e psicanalista Slavoj Zizek.
E la cosa funzionerebbe, se solo Dark Knight si riducesse ad una vicenda politica.
Ma le cose non sono così semplici.

 

Dent si costituisce al posto di Bruce Wayne

La lettera torna nella sequenza finale, costruita in montaggio alternato tra il discorso di Gordon alla stampa e quello di Batman a Gordon. L’eroe lascia al tenente le istruzioni che Gotham deve eseguire per insabbiare la verità sulle cinque persone uccise da Harvey.

Poi nella sequenza compare Alfred che brucia la lettera di Rachel. E qui c’è l’incastro dei piani.
Il monologo è questo:

Tu mi darai la caccia / mi condannerai / mi sguinzaglierai dietro i cani / perché è quello che deve succedere / perché a volte la verità non basta

Alfred brucia la lettera di Rachel

Ora, è evidente che il carico dell’intero periodo scarichi tutto su: la verità non basta. Ma quale verità?

Altrettanto evidente è che il discorso si ponga in un crocevia sociale-politico e sentimentale-esistenziale. Perché se da una parte afferma che la classe politica possiede la verità ma per un migliore governo, in nome di un bene superiore, fornisce al popolo solo una nobile menzogna – come l’avrebbe chiamata il Platone della Repubblica –, dall’altra afferma che per continuare ad amare, cioè per amare davvero, per elaborare il lutto della della morte di Rachel, Bruce Wayne deve essere ingannato.

Alfred, ponendosi allora all’interno di quella che si potrebbe definire una superconoscenza, cioè la conoscenza che fa a meno della direttrice verità, decide che l’amore – quando è speso nella sua forma più intensa– merita (e si fonda su) una porzione di fiction. Merita cioè (e non esclude) l’illusione contro il fatto: nello specifico che se fosse uscita viva dall’esperimento di Joker, Rachel avrebbe definitivamente lasciato Bruce e sposato Dent.

Double Face.
Il rovesciamento.
In uno dei giochi sociologici di Joker, Batman è costretto a scegliere tra salvare la vita a Dent o salvarla a Rachel. E cioè tra un sentimento tutto privato e individualistico e uno più allargato, che ha a che fare con il bene della città. Per una crudele ulteriore inversione – Joker dà a Batman gli indirizzi invertiti –, Batman arriva da Dent. Lo porta in salvo ma non riesce a evitare che si bruci metà faccia.
Harvey Dent diventa Double Face.

Harvey diventa Double Face

Il personaggio rovescia il film, incorporandone la polarità eroe/anti-eroe che ne costituisce l’asse portante. Dall’eroe senza macchia, dal paladino della trasparenza, Harvey diventa probabilmente il personaggio più complesso del film di Nolan, colui che tiene insieme il buono, diventato cattivo, e il cattivo che deve essere buono. Perché Double Face è l’uomo-doppio obbligato a essere entrambe le cose in base alle circostanze.

Il corollario è che, con tutta evidenza, questa logica fa saltare la conseguenzialità causale perché il principio portante non è più quello dell’etica classica ma quello di una Superetica Funzionale.

E soltanto in questa ottica regge lo scambio di battute tra Gordon e uno dei figli, altrimenti incomprensibile:

«Papà, perché scappa?»
«Perché dobbiamo dargli la caccia».

La lettera, il sorriso, l’inversione.
Dark Knight, l’elogio della finzione, della maschera, dell’illusione contro la verità.


 

Matteo Sarlo è nato a Roma nel 1989, dove vive e lavora come Editor.
Nel 2018 ha pubblicato Pro und Contra. Anders e Kafka.
Ha scritto per diverse riviste filosofiche, di critica cinematografica, viaggi, cronaca e narrativa urbana.
È fondatore di Globusmag.it

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