Molte sono state le iniziative in vista della giornata internazionale della donna, fra le tante, due in particolare hanno riscosso una risonanza tale da polarizzare l’attenzione di una certa parte dei social: la promozione di Ferrovie dello Stato e il volantino firmato Lega Crotone.
Da ogni parte si sono stracciate vesti e rivoltati tavoli, l’indignazione è dilagata per due motivi fondamentali: il dono simbolico qualitativamente (ma anche quantitativamente, a seconda delle scorte) ridicolo riconosciuto da Trenitalia ad una selezione delle sue clienti e l’inquadramento, da parte del volantino della Lega, di un ruolo arcaico ed eteronomo per la donna all’interno di società e famiglia.
Trenitalia ha prontamente rimosso tutti i riferimenti all’iniziativa dai suoi social e dal sito, probabilmente annullando l’evento. Cerrelli, segretario della Lega di Crotone, rimane invece sulle sue posizioni, dalle colonne del Corriere della Sera ribadisce: “io sono a favore della parità di diritti di donne e uomini ma critico l'autodeterminazione assoluta, senza limiti, sostenuta dal femminismo”, rimane però dubbio se i volantini verranno effettivamente distribuiti. Queste iniziative, ormai pressoché naufragate, non sono interessanti in loro stesse, quanto piuttosto per il tipo di risposta che suscitano. Una risposta non tanto rivolta all’idea di omaggiare qualcuno con qualcosa, ma al tipo di omaggio, non tanto rivolta all’idea di farsi banditore dei nemici pubblici di qualcuno, ma all’identikit che ne viene fornita. In breve, vengono criticati errori che si potrebbero definire di metodo, ma non di principio. La festa della donna, così come si è soliti conoscerla, ha non più di quarant’anni nel nostro paese. Le sue radici, quando non esplicitamente legate alle sorti di socialismo e comunismo, restano comunque intrecciate con un attivismo politico di sinistra, intransigente e con esiti spesso violenti. La progressiva sterilizzazione politica cui questa ricorrenza è andata incontro, ne ha generalizzato oggetti e scopi, rendendola in questo modo fruibile per tutti, ma anche molto meno definita ed efficace.
Se da un lato risulta facile e scontato, sintomo del buon senso dell’epoca in cui viviamo, che ci sia accordo su concetti formali, molto generali, come l’uguaglianza fra i sessi, poi questa forma deve entrare in contatto con una sostanza, con i valori e gli obiettivi di chi si fa promotore di quelle istanze. Il prezzo di un’eccessiva generalità per queste rivendicazioni è la loro inefficacia. Ma non tutto è perduto. Di contro all’accordo diffuso del buon senso, che maneggia istanze generali per scopi particolari, e al dissenso del senso comune, che si indigna per le modalità con cui le istanze vengono modulate, c’è un terzo elemento che si candida come fenomeno in grado di ristabilire il grado di nettezza ideologica proprio di questa ricorrenza, parliamo dei meme.
Oltre le classiche pagine social di meme comici, ne esistono altre con iscritti molto attenti al mondo della politica e a ciò che ad esso gira attorno. Queste pagine, invece di appiattirsi sulla classica satira sfruttando la comicità intrinseca di un qualche evento, trasportano dei contenuti di attualità (in questo caso le caramelle di Trenitalia, o i nemici delle donne del volantino) in un nuovo contesto, di solito ad essi estraneo, giocando sul potenziale ironico dell’associazione.
Se a prima vista ciò può sembrare confuso, basta dare uno sguardo ad un paio di queste piccole opere per rendersi conto di come l’obiettivo polemico venga nuovamente profilato e identificato, il tutto ovviamente in chiave ironica. Una improbabile Xena xenofemminista, contro la cultura della donna casalinga veicolata dai giocattoli per bambini, un volantino della Lega che si autodenuncia come sessista, una pillola rossa in stile matrix che può catapultarci in una realtà parallela in cui gli alfieri del patriarcato fuggono e si nascondono.
La sottocultura memetica con le sue peculiarità, popolare ma non folkloristica, settoriale nei suoi argomenti ma al contempo molto diffusa, si dimostra ancora una volta feconda nel suo lavoro di filtraggio dei contenuti di largo interesse, svolgendo un ruolo di riflessione collettiva che spesso ci lascia con ben più di una mera risata.
Credit photo: facebook account Sapore di male

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