In un palazzo nel quartiere di Mirafiori, un luogo della memoria per le lotte operaie contro l’iperfabbrica FIAT, apre a Torino il primo bordello con bambole in silicone. Per essere bipartisan, c’è anche il bambolo Alessandro.
Le prenotazioni sono già sold-out per diversi mesi.

Contemporaneamente esce la notizia, che si situa soltanto apparentemente agli antipodi, che Jeff Bezos ha deciso di cestinare i 25 milioni di dollari investiti sull’ultimo film di Woody Allen A Rainy Day in New York. Naturalmente la notizia non fa tanto scalpore per i 25 milioni che non sono un problema per uno che ne guadagna 250mila al minuto e che possiede un patrimonio personale di 112 miliardi (Forbes 2018). La notizia fa scalpore intanto anche solo perché da Prendi i soldi e scappa (1969) a Wonder Wheel (2017) Allen non aveva bucato un anno – tranne rare eccezioni.

A rinsaldare la connessione tra i due eventi (bordello 2.0/censura di Amazon) sul piano dell’aneddotica, c’è il fatto che nel film di Allen sarebbe stato presente Jude Law, già robot del piacere in A.I. nei panni di Gigoló Joe.

Le motivazioni della censura sono evidenti: nell’epoca della rovesciata caccia alle streghe che va sotto il nome di #MeToo, la storia di un quarantaquattrenne che intrattiene una relazione con una quindicenne, considerando poi sempre le potenziali e latenti accuse di molestie sessuali pendenti sul regista nei confronti della propria figlia Dylan Farrow, sarebbe risultata più che sconvienente. Il caso tuttavia non è isolato e la decisione di Amazon segue quella scia di censure già avviate, anche da molte università americane, inglesi e altre europee, su opere letterarie e artistiche: togliere Lolita dai corsi di scrittura creativa alla Columbia, la metropolitana di Londra che rifiuta Egon Shiele perché perturbante, la Carmen che viene messa in scena a Firenze con finale a sorpresa: è lei a uccidere Don José. 
Giusto per ricapitolare, tenendo ferme le due notizie ne risulta che:

1.  PIANO FICTION: Una relazione con forte differenza d’età non è considerata accettabile all’interno di una fiction. Si correrebbe il rischio dell’emulazione del piano metaforico.

2.  PIANO REALTÀ: Con l’apertura del bordello 2.0 in Italia (già presente a Mosca e a Barcellona) la metafora della donna/bambola precipita nel reale.

Reazione scandalizzata di tipo 1: ma come, non si permette la relazione d’amore tra una ragazza e un uomo (seppure molto piu grande) all’interno di una commendia sentimentale, e si permette l’apertura di un bordello con bambole nella realtà?
Il presupposto teoretico che soggiace alla reazione scandalizzata di tipo 1 è il seguente:  siamo all’interno di un mondo in cui si è progressivamente persa l’autenticità, persino nei rapporti sessuali, e l’apertura del bordello 2.0 rappresenterebbe in forma lampante lo scadimento per eccellenza del rapporto umano sul piano meramente oggettuale/meccanico. Eppure, a ben vedere, le due notizie ci offrono tutt’altro panorama interpretativo.

Reazione scandalizzata di tipo 2: quello che è veramente scandaloso, quello che davvero costituisce un sovvertimento perturbante della realtà è, per dirla con Mario Perniola, l’innazalmento del sex appeal dell’inorganico sull’organico. Non è il rapporto umano che ha perso la sua autenticità e si è fatto macchina, ma è la macchina che è stata investita di sentimenti e prerogative umane.

Già  Walter Benjamin aveva capito quanto "i reali tesori di eros" siano interni al circuito della merce e come sia proprio l’erotica dei consumi a fondare una rinnovata percezione dell’oggetto-cosa. Il bordello 2.0 risulterebbe nient’altro che l’evidenza dimostrativa di uno slittamento della libido. Baudelaire ha parlato di “animazione dell’inorganico”.

Come si è arrivati al bordello 2.0? Con la statua, l’automa, la marionetta, la bambola che si anima, si entra a pieno diritto nei testi del romanticismo di fine Settecento/Ottocento. Il Frankestein di Mary Shelley o la Hadaly di Villers de L'Isle Adam ne sono l’esempio più lampante. Si tratta sempre di rapporti tra creatore (umano) e creatura (oggettuale). Si tratta di rapporti che tentano di esaurire l’esigenza della conoscenza e la spinta all’amore perfetto: in Eva Futura Lord Ewald è un aristocratico, deluso dalla bellissima ma davvero stupida Alicia Clearly, che chiede all’amico Thomas A. Edison di costruirgli un automa perfetto con le sembianze di Alicia ma anche con tutto ciò che le manca, una profonda sensibilità.

Il bordello 2.0 quindi non sarebbe altro che la punta estrema di una parabola secolare che ha inizio con la civiltà della tecnica, quello del rapporto con l’inorganico. Qual è l’elemento perturbante allora? Il passaggio dalla trasfigurazione artistica della Cosa all’esperienza reale. Se è ammesso, e anche poetico, che Lord Ewald si innamori di una macchina o il fuggitivo di Bioy Casares di un ologramma sull’isola di Morel, non lo è nel piano della vita vissuta.
Quello che è avvenuto è una inversione perversa: censurare l’arte e non la realtà.


 Credit Foto: PEXELS

Matteo Sarlo è nato a Roma nel 1989, dove vive e lavora come Editor.
Nel 2018 ha pubblicato Pro und Contra. Anders e Kafka.
Ha scritto per diverse riviste filosofiche, di critica cinematografica, viaggi, cronaca e narrativa urbana.
È fondatore di Globusmag.it

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