Microsoft ha comprato qualche mese fa GitHub, la piattaforma open source per sviluppare software e codici (il mese prossimo è attesa la pronuncia dell'antitrust europeo sull'operazione). Il prezzo pagato è stato intorno ai 7 miliardi euro. 

Perché GitHub?

La finalità industriale alla base di tale scelta è acquisire una posizione di vantaggio nel fiorente segmento dei servizi cloud, dove il colosso di Redmond con Azure è già uno dei protagonisti dell’ultima rivoluzione digitale in atto, quella della “nuvola”.

Al di là della lucida, ed efficace, strategia alla base di questo take-over (il cui spettro di motivazione va dal rafforzamento dei servizi software alla sfida ad Amazon), c’è però un elemento ulteriore, quasi filosofico, che merita di essere approfondito. Questa ultima scelta di Sadya Nadella, il manager anglo-indiano che nel 2014 ha preso il posto di Steve Ballmer alla guida dell’azienda, segna l’ennesimo tassello di un percorso di sano realismo industriale. Ed è proprio questa dimensione realistica a rappresentare un unicum nel panorama dei giganti del tech mondiale e ad arrestare il declino che sembrava ormai inarrestabile della casa produttrice di Windows.

Strategia vs Genialità

Il mondo del digitale vive di innovazione, si fonda su una creatività dirompente, che distrugge abitudini (comportamentali o produttive) imponendone di nuove. Microsoft, all’inizio degli anni ’80, è stato questo. L’azienda che ha guidato la rivoluzione del personal computer, creando un software dall’utilizzo intuitivo che ha spinto la diffusione dei Pc in tutte le case. Arrivata la rivoluzione del web l’azienda fondata da Bill Gates ha perso la guida del processo e ha cominciato ad arrancare, inseguendo le innovazioni che erano il punto di forza dei concorrenti. E quindi tentativi nei motori di ricerca, nel mondo degli smartphone, dei sistemi operativi, nel mondo dei social media o della web communication. Niente, il tocco sembrava essere del tutto scomparso. Ogni volta era un arrancare verso un ambito che aveva già visto arrivare la novità che sparigliava le carte. Ogni volta si aveva la sensazione di essersi mossi con lentezza e di aver perso l’attimo. Il core business, quello delle licenze e dei Pc per intendersi, intanto si andava assottigliando. Il destino sembra davvero segnato.

Fino al momento in cui arriva Nadella e prende una scelta, appunto, quasi filosofica: abbandonare la poesia della creatività e abbracciare la prosa del servizio. Non si gareggia più sul terreno di chi ha l’idea più ardita e rivoluzionaria, il terreno di quella competizione è lasciato a Facebook, Alphabet, Amazon, Apple, Netflix o Tesla. Microsoft rimane un passo indietro. Ha imparato a trasformare l’innovazione in abitudine, la novità momentanea in servizio, sicuro, affidabile, comodo e facile. Da questa visione scaturisce l’acquisizione di GitHub, quella precedente di Linkedin, lo sviluppo di piattaforme multimediali sulle quali utilizzare i software personali e/o aziendali, soprattutto utilizzando le infrastrutture della nuvola (Azur). Non c’è ormai più un singolo servizio o prodotto di Microsoft che rubi l’occhio della meraviglia.

Eppure, trimestrale dopo trimestrale, il fatturato continua a crescere. Come la voce più amata di un bilancio societario, quella dell’utile netto – stabilmente superiore al 20% del fatturato. E questo numero, sì, continua lui solo a generare meraviglia. Prosaica meraviglia di una gestione fondata sui risultati.

Credit foto: Pixabay

Salvatore Patriarca

Giornalista, filosofo, imprenditore. Il suo ultimo libro è Il digitale quotidiano (Castelvecchi).

 

 

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