PARTE 1: 0.00 a 1.59

La domanda è: perché abbiamo inventato la tecnologia?

Questa stessa domanda se l’era già fatta un gigante della filosofia. Si chiamava Edmund Husserl. Per rispondere, Husserl risale alla nozione di téchne del mondo antico e ne fa una questione di geometrizzazione del mondo (in particolar modo a partire da Galileo).
Cosa risponde invece ReMarkable? Abbiamo inventato la tecnologia, in buona sostanza, per due motivi:

  1. Potenziare le nostre menti, costruendo strumenti per lavorare più efficientemente
  2. Trattenere più vicine a noi le persone che amiamo.

And it worked, ed ha funzionato: ci ha aperto gli occhi e abbiamo cambiato The Game (dice proprio così, e non stanno citando Baricco).

Perché abbiamo inventato la tecnologia?

PARTE 2: da 1.00 a 2.05

Poi arriva la parte dark: il prezzo da pagare. Tanto la tecnologia si è innervata in quella categoria che va sotto il nome di Täglichkeit, la quotidianità, da risultare una gabbia: «We were trapped». La tecnologia affetta il nostro comportamento: a scuola, nelle riunioni di lavoro, persino nella stanza dei tuoi figli.

A questo punto si pone la domanda successiva, che inerisce la sostanza stessa della “creazione” in un mondo di “creativi”: come possiamo davvero creare qualcosa, ragionare in maniera originale (think different) se siamo costantemente sotto l’attacco di distrazioni e interazioni che richiedono la nostra attenzione («stealing our attention»)?

Qual è il prezzo?

PARTE 3: da 2.06 a 2.36

Remarkable è il rovesciamento. ReMarkable è il gesto di denuncia. ReMarkable è il modo per invertire la rotta, «as a prostest». E poi arriva il motto: «GET YOUR BRAIN BACK».

Cosa ha fatto allora ReMarkable? Ha capito una cosa cruciale: ogni passaggio di medium deve metabolizzare la funzione del medium che la precede (la carta) senza cannibalizzarla. In questo senso ReMarkable è l’ibrido testuale per eccellenza.
Come ci è riuscito?

ereditando

Come su un foglio di carta hai la sensazione della penna che scorre sul foglio, puoi scrivere a margine, puoi aprire un blocco note e disegnare degli schizzi (per i meno creativi: scrivere la lista della spesa): Magnus Wanberg (CEO e fondatore di ReMarkable) ha pensato ad una speciale matita in grado di interagire con lo schermo come se si trattasse di un quaderno pigna.

innovando

Rispetto alla Carta

ReMarkable hai i vantaggi della tecnologia: migliaia di libri sempre con te, peso ai minimi, spazio ai minimi.

Rispetto all’iPad
(esempio di Tablet)

ReMarkable ha uno schermo E-ink non retroilluminato (la tecnologia usata anche da Kindle, per capirci) che permette di leggere senza affaticare la vista (come la carta) o sotto il sole di Agosto senza finire il capitolo essendoti contemporaneamente fatto una lampada (come la carta).

Rispetto al Kindle
(esempio di E-Reader)

ReMarkable ti permette di scrivere, sottolineare, glossare, disegnare ghirigori su quella pagina, e solo su quella pagina, mentre rispondi al telefono ma non vuoi comunque fisicamente abbandonare quella storia. Come se fare dei cerchietti sia la fune che ti tiene aggrappato a quella scena fino alla fine della conversazione.

ReMarkable, metabolizzare senza cannibalizzare

Costa tanto, circa 600 euro. Meno di un iPad, più di un Kindle. Ma il fatto è che ReMarkable è la soluzione per quelli del vecchio mondo. Quelli che non resistono a sottolineare un passaggio, e che magari se lo rileggono pure senza il senso di colpa di star perdendo tempo. Ed è la soluzione per quelli del nuovo, che tengono in mano un libro con la sensazione di aver rubato un cimelio di famiglia alla professoressa di Storia.

ReMarkable, la rivoluzione senza le parti cruente.


 

Matteo Sarlo è nato a Roma nel 1989, dove vive e lavora come Editor.
Nel 2018 ha pubblicato Pro und Contra. Anders e Kafka.
Ha scritto per diverse riviste filosofiche, di critica cinematografica, viaggi, cronaca e narrativa urbana.
È fondatore di Globusmag.it

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