A lei il merito di aver saputo costruire una carriera fuori da Sanremo e per certi versi anche nonostante Sanremo. Loredana Bertè, dalla sua prima partecipazione nel 1986, ha attraversato tre decenni di musica italiana, consegnando all’Ariston alcune delle sue migliori interpretazioni, pezzi di vita in formato canzone, tasselli di un racconto autobiografico. Complici i suoi maggiori successi, il suo nome resta legato agli anni ‘80 ma senza essere confinato al decennio dell’ascesa del craxismo e del boom delle tv private. Con la prossima saranno undici le partecipazioni di Bertè a Sanremo.

Re 1986

Le prime due serate del festival si chiudono con il video di Russians: “Believe me when I say to you/I hope the Russians love their children too”, canta Sting. In gara Orietta Berti porta la canzone Futuro: “A voi russi o americani/io non delego il suo domani/su mio figlio non metterete le vostre mani”. La Guerra fredda, entrata nell’ultima fase, consolida la sua presenza nell’immaginario del pop (ma “I russi, i russi, gli americani”, cantava già nel 1980 in Futura Lucio Dalla). Berti a parte, sul palco di Sanremo è catfight tra Rettore, Oxa, Fiordaliso, Marcella e Loredana Bertè. Per il suo debutto dà voce a un accattivante brano di Mango, Re, anche se negli annali resterà il suo look (la pancia finta nel vestito di pelle, inno alla maternità, condizione che purtroppo la cantante non ha mai potuto incarnare).   

Io 1988

Sono giorni di crisi di governo. L’allora presidente del Consiglio Giovanni Goria – il più giovane mai nominato a Palazzo Chigi 25 anni prima di Renzi – rassegna due volte le dimissioni che Cossiga prima respinge e poi accoglie. Ad aprile giurerà da premier De Mita il cui progetto politico porta anche la firma del senatore Roberto Ruffilli, assassinato pochi giorni dopo in un agguato terroristico. In quel Sanremo la partecipazione di Loredana Bertè non è tra le più memorabili. “Io, sì io, sono il mio migliore amico che ho”, canta. Fine di un amore e libertà femminile alla vigilia della tumultuosa storia con Bjorn Borg che, proprio pochi mesi dopo quel festival, porterà la cantante lontano dalle scene per qualche anno.

In questa città 1991

L’anno della fine del comunismo. Crolla l’Unione Sovietica con l’indipendenza delle varie repubbliche mentre in Italia il Pci cambia pelle e diventa Pds. Il 17 gennaio torna l’incubo della guerra con l’attacco degli Stati Uniti all’Iraq di Saddam e la partecipazione dell’Italia a fianco degli alleati. Il giorno dopo due aviatori dell’aeronautica militare italiana vengono presi in ostaggio dalle forze del raìs. Uno dei due, Maurizio Cocciolone, viene interrogato in tv. Il loro caso tiene con il fiato sospeso l’opinione pubblica. I due ufficiali vengono liberati il 4 marzo, due giorni dopo la serata finale del festival (vince Riccardo Cocciante). In gara Loredana Bertè porta un brano di Pino Daniele: atmosfere cupe e desolazione urbana. La cantante vive un periodo difficile per i travagli sentimentali con Borg; la performance ne risente ma il terz’ultimo posto in classifica grida ingiustizia.

Stiamo come stiamo 1993

Tra avvisi di garanzia, arresti e lanci di monetine continua lo sgretolamento della Prima Repubblica. L’anno si apre con una vittoria dello Stato sulla mafia, ad alcuni mesi di distanza dalle due tremende stragi di Capaci e via D’Amelio. Il 15 gennaio viene infatti arrestato Totò Riina. La nuova offensiva di Cosa Nostra arriverà tra maggio e luglio, con le bombe a Milano, Roma e Firenze. Questa stagione ispirerà la canzone rivelazione del Sanremo dell’anno dopo: Minchia, signor tenente (Giorgio Faletti). Per Loredana Bertè l’edizione del 1993 segna una doppia prima volta: è in coppia, con Mia Martini, e canta un brano scritto anche da lei. Stiamo come stiamo, un pezzo ritmato sulla condizione moderna, tra smarrimento e ricerca della felicità. Il confronto tra le due cantanti premia Mia Martini, anche per stessa ammissione della sorella che non si perdonerà mai gli errori commessi nella prima serata.

Amici non ne ho 1994

Un mese prima del festival, il 26 gennaio, l’attenzione dei telespettatori è monopolizzata dal discorso della discesa in campo di Silvio Berlusconi alla vigilia delle elezioni. La satira comincia a fare i conti con il Cavaliere: nella canzone del festival di Enzo Jannacci e Paolo Rossi I soliti accordi, zeppa di riferimenti a Tangentopoli verosimilmente scritta prima della nascita del partito, il verso “Forza Italia” viene sostituito da “Forza Thailandia”. In gara c’è Loredana Bertè con uno dei suoi brani più personali, la sua Avvelenata: Amici non ne ho. La cantante si mette a nudo e fa delle critiche un punto di orgoglio: “è opinione generale/quella che non so cantare/e che vesto sempre male/per la stampa nazionale/mi suicido per campare/come sponsor l’ospedale”.

ANGELI & angeli 1995

Il racconto di sé continua con ANGELI & angeli che, nonostante un buon arrangiamento, si classifica penultima. Bertè è più arrabbiata e grintosa, ce l’ha con tutti, in preda a un tormento di cui non conosce bene i contorni, passa le notti davanti alla tv a vedere Fuori Orario mentre “brucia il vuoto nel mio letto”. E odia il telegiornale, che di motivi per non essere amato, suo malgrado, ne fornisce: sono i mesi del conflitto nella ex Jugoslavia e della guerra civile in Somalia. In Italia, l’anno prima, l’Aids ha raggiunto il suo picco dall’inizio dell’epidemia con il primo caso nel 1982: i casi sono quasi 5300.

Luna 1997

Gli italiani cominciano a familiarizzare con la parola clonazione. A luglio ‘96 nasce la pecora Dolly, il primo animale clonato da una cellula adulta. L’annuncio ufficiale arriva il 22 febbraio del 1997, il giorno della finale del Festival di Sanremo che incorona gli sconosciuti Jalisse, un verdetto clone di altre vittorie del passato. In gara Bertè porta Luna, un’altra pagina della sua storia personale in cui rivive il ricordo della sorella morta nel 1995. Look total black per un’interpretazione sofferta, una solitudine non più oasi felice ma condizione vissuta con sofferenza che mostra, ancora una volta, la fragilità della cantante: “E come si sta male/A stare così soli/E navigare a vuoto/In mille direzioni/E come si sta male/A ridere da soli”.

Dimmi che mi ami 2002

Politica, satira e spettacolo si scontrano a Sanremo all’annuncio della partecipazione di Roberto Benigni. In prima fila Giuliano Ferrara con la campagna sul Foglio “Bo.Be”, Boicottiamo Benigni. A quel Sanremo per dissidi con la casa discografica rischia invece di non partecipare Loredana Bertè ma alla fine ci sarà. La voce non è al meglio. Archi e percussioni introducono un brano sul tema sanremese per eccellenza: l’amore, unica ragione di vita. Dimmi che mi ami è il ritratto di una donna alla ricerca di affetto: “dimmi che mi ami almeno un po’/quel po’ che si può dire per non morire”. Loredana Bertè comincia a preparare il grande ritorno sul mercato discografico con il nuovo album di inediti che uscirà nel 2005.

Musica e parole 2008

La crisi di governo per il caso Mastella porta il premier Romano Prodi a rassegnare le dimissioni. Il governo viene sfiduciato al Senato e dopo il tentativo di formare un nuovo esecutivo.le Camere vengono sciolte. Come già accaduto in passato, Sanremo anticipa la grande mobilitazione delle elezioni politiche. A quel festival la partecipazione di Loredana Bertè è nuovamente foriera di polemiche. Canta Musica e parole, un brano non del tutto inedito, cover di una canzone del 1988. Stessa musica, testo diverso, di cui è autrice. Viene esclusa dalla gara ma continua a esibirsi come ospite grazie al provvidenziale intervento di Pippo Baudo. Nella serata dei duetti la canterà con Ivana Spagna con ai polsi un paio di manette.

Respirare 2012

Sanremo ai tempi del governo tecnico. Mario Monti, economista prestato alla politica, è a Palazzo Chigi nei mesi della crisi del debito sovrano. Un esperto della canzone italiana è invece all’Ariston come presentatore, e per la seconda volta: Gianni Morandi. Loredana Bertè partecipa in coppia con Gigi D’Alessio. Il loro brano, dello stesso cantante napoletano, dal ritmo funky, è la sublimazione del racconto biografico di Bertè. La canzone è un chiaro omaggio alla sua figura. Nelle strofe cantate da lei tornano i temi del suo repertorio recente: la difficoltà del vissuto, la solitudine, l’indipendenza: “Io non voglio amare, solo libertà/…/so di farmi male, male non mi fa/voglio stare sola così mi va”. Nonostante i limiti del pezzo raggiunge la massima posizione dei suoi Sanremo: è quarta dietro il trio Emma-Arisa-Noemi.

 

Credit foto: Pixabay

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