La storia del triangolo amoroso tra Cyrano, Cristiano e Rossana ha mostrato, già a fine ‘800, quali siano i rischi (o le possibilità) di un amore per corrispondenza. Soltanto grazie alla distanza e alla sottrazione del corpo operata dalle sue lettere, il brutto Cyrano può unire il suo genio alla bellezza di Cristiano, conquistando il cuore (e i sensi) dell’amata Rossana. Insomma, non è certo una novità che ci si innamori attraverso le pratiche comunicative determinate dalle risorse mediali del proprio tempo.  Oggi però tra Whatsapp, Skype, Instagram, Facebook, ecc. le cose sembrano essere decisamente cambiate. Un Cyrano del 2019 probabilmente impazzirebbe difronte alla necessità di aver a che fare h24 con messaggi vocali, stories, seflie, ecc.

L’evoluzione “digitale” delle dimensioni (spazio-temporali) e delle dinamiche dell’innamoramento è il tema delle due canzoni nate dalla collaborazione tra Shade e Federica Carta.  In particolar modo la canzone presentata a Sanremo 2019 “Senza Farlo Apposta” è la più visualizzata su Youtube tra quelle in gara (3,42 milioni poche ore prima della finale) e costantemente nelle prime posizioni del trending durante tutti i giorni del Festival.

Novembre 2017 – Irraggiungibile

Già a fine 2017 in Irraggiungibile il duo cantava l’inestricabile connessione odierna tra uso dello smartphone e rapporto amoroso: “sbaglio a chiamare, sbaglio chi amare”.

L’irraggiungibilità del titolo faceva riferimento al rovesciamento della condizione “normale” garantita dai media digitali, quella della multipiattaforma e onnipervasiva (sempre e ovunque) raggiungibilità della persona desiderata.  In questa situazione ogni mancanza, ogni assenza diventa motivo di ansia (“il mio passatempo è guardare il mio show preferito, il tuo ultimo accesso[WhatsApp]”), struggimento (“e quando piango non mi vedi ma rimango in piedi/con gli occhi puntati su quei vetri”) e spaventata esposizione al sottrarsi dell’altro (“Ehi ciao, come va? (Ciao) Non bloccarmi anche qua”, Tanto non mi rispondi mai/Tu non mi ascolti mai”). Nella tensione amorosa, che come tale tende all’assolutizzazione (come hanno insegnato i The Police, l’amore è morboso), la possibilità di poter sempre raggiungere l’altro si rovescia amaramente nell’impossibilità concreta del rapporto, nella sua insostenibilità pratica ed emotiva: “Per me sei sempre irraggiungibile”.

Sanremo 2019 – Senza Farlo Apposta

La canzone appena presentata a Sanremo è una consapevole ripresa di Irraggiungibile. Fin dal videoclip della canzone è evidente come i personaggi si stiano muovendo in uno spazio reale divenuto metafora dello spazio digitale. La casa, con le sue diverse stanze, rappresenta le diverse piattaforme in cui e attraverso cui si trovano e perdono i protagonisti, mentre il conto alla rovescia tatuato sulle braccia (chiara citazione del film In Time) fa riferimento alla carica residua della batteria, ovvero al tempo in cui i personaggi possono vivere e abitare lo spazio virtuale. Quando Shade e Federica cedono la loro batteria ai due innamorati (hanno sloggato i loro account prestando lo smartphone? Gli hanno ceduto i loro power bank?) non possono che scomparire.

Il testo della canzone parla del perdersi, trovarsi, sviare le proprie tracce, rincorrersi, negare la presenza all’interno dello spazio digitale. L’amore tra social e Whatsapp sembra diventare un continuo giocare a nascondino, tra essere online e fingersi offline, o ad acchiapparella, nel continuo tentativo di ridefinizione dell’altro inseguendo gli indizi comunicativi che lascia dietro di sé. Come recita la prima strofa:

“Ho il tuo numero ma non ti chiamo
A te fa bene, a me fa strano
Che parli con me ma non sono qui
E non ci credo ai tuoi «fidati»
Prima facevi monologhi
Ora parli a monosillabi”

Il ritornello si apre facendo riferimento alla danza intermittente dell’essere online ed offline, nonché all’ambigua pluralità degli scopi per cui entriamo nello spazio digitale. È come se Federica stesse dicendo: “ho aperto Whatsapp per l’ennesima volta, l’ho fatto pretendendo che sia per caso o per noia o per altre ragioni, ma in realtà sto soltanto aspettando la tua risposta”. L’aspettare ossessivamente la risposta diventa, nella ripetizione del ritornello, una colpa: la colpa di non saper sopportare l’assenza eppure di non poter non continuare a riprodurre quella stessa assenza.

“E scusa ma, non me ne importa
E sono qua, un’altra volta
Ci finisco sempre senza farlo apposta
Aspetto ancora una risposta/ Passavo a prendermi la colpa”

Lo stesso tema della insostenibilità di una relazione basata sulla rappresentazione social di sé (“fingere di essere un bravo attore”) torna nella seconda strofa. Qui però la dimensione corporea dell’umano arriva, nella climax finale, a fondersi e a diventare tutt’uno con quella tecnologica ed informazionale dello smartphone e dello spazio digitale a cui da accesso.  La capacità di “sopportare il dolore” diventa l’”autonomia”, ovvero, nuovamente, la carica della batteria, mentre la “memoria” diventa la “cronologia” dei browser web e il “logout”, lo scomparire, diventa “un soffio al cuore”. Usando le parole di Luciano Floridi, l’amante è costretto a riconoscersi infine come inforg.

“E io ho finito l’autonomia
Per sopportare ogni tua bugia
Se avessi modo dentro la testa
Cancellerei la cronologia
E non so quanto sbagliato sia
Fingere di essere un bravo attore
È ora che io me ne vada via
Scomparirò in un soffio al cuore”

Andrea Ferretti è laureato in filosofia con una tesi sul rapporto tra la crisi della democrazia e le nuove forme della comunicazione politica. È appassionato di calcio, folklori contemporanei e giochi di ruolo.

 

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