
La politica monetaria della SNB e il taglio dei tassi a zero (www.popmag.it)
La decisione della Banca nazionale di azzerare i tassi di interesse sta avendo ripercussioni significative sul settore bancario.
Questa misura, adottata per contrastare l’apprezzamento del franco svizzero e prevenire la deflazione, mette infatti sotto pressione gli istituti di credito, riducendo i loro margini e generando un aumento dei costi a carico degli utenti.
La SNB ha deciso un taglio di 25 punti base, portando i tassi di interesse a zero, con la possibilità di ulteriori riduzioni fino a valori negativi. Questa manovra si configura come una risposta strategica alla crescita del franco svizzero, che ha contribuito a un abbassamento dell’inflazione sotto lo zero. Dopo l’instabilità causata dall’introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti, gli investitori hanno rifugiato i capitali nel franco, rafforzando la valuta e spingendo la SNB a intervenire.
Lo scopo principale di questa politica è sostenere l’economia elvetica evitando la deflazione, fenomeno che potrebbe rallentare ulteriormente la crescita economica. Tuttavia, l’effetto collaterale è rappresentato dalla significativa riduzione dei ricavi degli istituti bancari derivanti dagli interessi sui prestiti e sui depositi.
Impatti economici e ripercussioni sulle banche svizzere
Secondo l’analisi di Daniel Geissmann, dirigente senior della società di consulenza finanziaria svizzera Zeb, le banche elvetiche hanno già subito perdite per almeno 660 milioni di franchi svizzeri (oltre 700 milioni di euro) nel 2024 a seguito dei due tagli dei tassi operati dalla SNB. Nel solo 2024, le entrate da interessi delle banche svizzere si aggiravano attorno ai 20 miliardi di franchi.
Geissmann richiama inoltre l’attenzione sulla storia economica recente della Svizzera: tra il 2011 e il 2015, durante un periodo di tassi di interesse vicini allo zero, il margine d’interesse netto delle banche è diminuito dall’1,4% all’1,1%, con una perdita complessiva di quasi 4 miliardi di franchi tra il 2011 e il 2014. Oggi, pur partendo da margini inferiori, il settore bancario affronta nuovamente una significativa pressione sui profitti.
Le conseguenze si riflettono inevitabilmente sui clienti, che potrebbero vedere un aumento delle commissioni bancarie e maggiori difficoltà nell’accesso al credito, soprattutto nel settore immobiliare, dove la domanda rimane elevata.

Tutte le banche svizzere sono interessate dall’azzeramento dei tassi, ma con effetti differenziati. Le banche di risparmio e credito, come Raiffeisen e Valiant, che traggono circa il 70% delle loro entrate dagli interessi, sono le più vulnerabili. Questi istituti potrebbero dover aumentare le tariffe per i servizi bancari e stringere le condizioni per la concessione di prestiti, influenzando direttamente i correntisti e i mutuatari.
Gli istituti finanziari più diversificati e i gestori patrimoniali come Julius Baer, Vontobel, ZKB e UBS, invece, sono meno esposti a queste pressioni, con perdite stimate inferiori al 10% degli introiti annuali. Tuttavia, UBS deve far fronte a vincoli regolamentari più severi dopo l’acquisizione di Credit Suisse nel 2023, che aggiungono incertezza al quadro complessivo.
La durata di questa fase di tassi bassissimi o nulli sarà determinante per valutare l’entità degli effetti negativi sui clienti. Più a lungo si protrarrà la politica dei tassi bassi, più marcate saranno le difficoltà per i correntisti, costretti a fare i conti con costi maggiori e condizioni più restrittive.
Il ruolo della Banca nazionale svizzera e la struttura del sistema bancario
Fondata nel 1907, la Banca nazionale svizzera è la banca centrale del Paese, con il compito di assicurare la stabilità del sistema finanziario e gestire la politica monetaria. Pur essendo una società anonima quotata in borsa, la SNB opera sotto la vigilanza della Confederazione, mantenendo una piena indipendenza nelle decisioni di politica monetaria.
Gli istituti classificati come sistemicamente importanti, tra cui Credit Suisse, UBS, ZKB, il gruppo Raiffeisen e PostFinance, devono rispettare requisiti patrimoniali rigorosi e piani di gestione del rischio volti a garantire la stabilità del sistema bancario in condizioni economiche avverse.