
Un approccio olistico alla salute (www.popmag.it)
L’iridologia è una disciplina che ha suscitato un crescente interesse negli ultimi anni, nonostante le sue radici affondino in epoche antiche.
Sebbene formalmente definita e sistematizzata solo nel XIX secolo in Ungheria, l’analisi dell’iride come strumento diagnostico è stata utilizzata da civiltà storiche come i Sumeri, gli antichi Egizi e nella medicina tradizionale cinese. Ma cos’è esattamente l’iridologia e come funziona?
Secondo Michela Benaglia, naturopata presso l’Accademia Sol e il Bad Moos Aqua Spa Resort in provincia di Bolzano, l’iridologia si basa sull’idea che l’iride, ovvero la parte colorata dell’occhio, rappresenti una mappa unica e personale del nostro organismo. Questa mappa, in cui ogni parte dell’iride corrisponde a specifiche aree del corpo e della salute, consente agli iridologi di raccogliere informazioni utili sulla costituzione genetica e sulle predisposizioni individuali a diverse condizioni di salute.
L’analisi dell’iride non si limita a osservare il colore e la struttura, che rimangono relativamente costanti nel tempo. Con il passare degli anni, possono apparire segni e variazioni cromatiche che raccontano storie di eventi fisici, emozionali e persino esperienze traumatiche. Questa dimensione temporale dell’iridologia è particolarmente affascinante, poiché suggerisce che l’iride possa riflettere non solo il nostro stato di salute attuale, ma anche il nostro passato.
Una pratica controversa
Tuttavia, è importante notare che l’iridologia non è mai stata validata scientificamente e la comunità medica è spesso scettica riguardo alla sua efficacia. Nonostante ciò, molti praticanti e sostenitori credono fermamente nel suo valore. Michela Benaglia sottolinea che un iridologo esperto non utilizza l’analisi dell’iride per “predire” malattie future, ma piuttosto per comprendere le predisposizioni costituzionali e i punti di forza e debolezza dell’organismo. Questo approccio olistico mira a fornire indicazioni su come adottare uno stile di vita che promuova il benessere e possa prevenire disturbi.
Negli anni, diversi medici e ricercatori, tra cui i dottori Lucio Birello e Daniele Lorito in Italia, hanno studiato e sviluppato le tecniche di analisi iridologica. La teoria che sostiene l’iridologia è simile a quella della medicina tradizionale cinese, in cui si riconosce che il corpo umano è un microcosmo in cui ogni parte riflette l’intero sistema.

Uno degli aspetti fondamentali dell’iridologia è il colore degli occhi, che offre indicazioni significative sulla tipologia costituzionale di un individuo. Gli esperti suddividono generalmente gli occhi in tre categorie principali:
- Occhi Azzurri: Associati a una costituzione linfatica, le persone con questa tipologia di iride tendono a essere più suscettibili a infiammazioni delle mucose e delle sierose. Per questi individui è consigliabile seguire un’alimentazione anti-infiammatoria, limitando il consumo di latticini, zuccheri raffinati e farine bianche, che possono aumentare la produzione di muco e predisporre a patologie come sinusite e bronchite.
- Occhi Castani: Questi occhi indicano una costituzione ematogena, con una maggiore predisposizione a disturbi legati alla circolazione e al metabolismo. Gli individui con questa tipologia possono affrontare problemi come la ritenzione di tossine e fragilità capillare. È essenziale per loro mantenere un buon equilibrio intestinale e integrare nutrienti come la vitamina B12 e l’acido folico nella loro dieta.
- Occhi Misti: Caratterizzati da una combinazione di colori, come un nucleo nocciola con sfumature verdi, questi occhi sono tipici di una costituzione gastroenterica o biliare. Le persone con occhi misti possono avere un sistema digestivo più vulnerabile e tendere a sviluppare disturbi intestinali come la disbiosi.
L’iridologo non si limita a osservare il colore degli occhi, ma esamina anche la trama dell’iride, la disposizione delle fibre e la presenza di segni particolari come macchie o variazioni cromatiche. Questi dettagli forniscono informazioni preziose sul funzionamento generale dell’organismo e possono rivelare possibili squilibri. Ad esempio, alcune discromie possono segnalare accumuli di tossine o predisposizioni a patologie specifiche.