
Conto cointestato, occhio a cosa sta succedendo-popmag.it
Quando si ha un conto cointestato con un’altra persona, è bene essere a conoscenza di certe regole, soprattutto in caso di pignoramento.
Avere un conto cointestato è una soluzione a cui molti ricorrono, in particolare se si tratta di coppie sposate o soci in business, in modo da avere una certa flessibilità di operazioni, evitando trasferimenti da conti differenti. Chi ha un conto cointestato può accedere ai fondi condivisi, e si risparmia, peraltro, su canoni, spese gestione e commissioni.
C’è molta trasparenza in questo meccanismo, in quanto ogni intestatario conosce i movimenti dell’altro o altri, e può essere a firma congiunta o disgiunta. Nel primo caso, per eseguire operazioni, tutti devono firmare e quindi autorizzare l’accesso, mentre nel secondo, tutti i cointestatari possono prelevare o versare autonomamente.
Quello che in molti si chiedono, tuttavia, è che cosa accada in caso di pignoramento. Può succedere, infatti, che uno dei cointestatari contragga dei debiti, e questo significa che i creditori potrebbero richiedere il prelievo forzoso dal conto corrente del debitore.
Nel caso in cui si richieda questo atto esecutivo, cosa succede ai soldi degli altri cointestatari? Ebbene, ecco alcune info utili in merito.
Conto cointestato, cosa succede se uno dei cointestatari è destinatario di un pignoramento
Quando un creditore, decide di pignorare il conto cointestato di un debitore, è obbligato a darne avviso a coloro che sono cointestatari del suddetto conto.

Questo avviso è fondamentale per consentire a coloro che condividono il conto, con una persona che ha debiti, di tutelare le proprie quote, in tribunale, prima che il giudice assegni le somme dovute al creditore. Questo strumento è detto opposizione di terzo all’esecuzione, ed è disciplinato dall’art.619 del Codice Civile.
Tale avviso serve a impedire, inoltre, ai cointestatari, di suddividere in modo autonomo, la parte del debitore, dal resto dei soldi sul conto, senza l’intervento di un giudice. La banca, invece, dal canto suo, è obbligata a bloccare il conto, precauzionalmente. Essa conserva le somme pignorate, e vieta ai cointestatari di utilizzare il denaro bloccato.
Inoltre, la banca deve mandare una PEC al creditore, in cui dà conferma che il conto del debitore è cointestato e se richiesto, spiega chi sono i cointestatari e il saldo disponibile, al momento in cui occorre l’atto esecutivo. Il cointestatario che non ha debiti, può tutelare la sua quota, recandosi in tribunale e dimostrare qual è la sua parte di denaro.
Può presentare, come prova, l’estratto conto, ad esempio, e se prova che certe quote sono se, il giudice suddividerà le somme. Se nessuno contesta, invece, il giudice presume che le cifre siano divise al 50%, se si è in due. Chiaramente, se il cointestatario prova che non è così, le quote si ripartiscono, in modo differente. Dopo che la banca pagherà la somma al debitore, il conto sarà sbloccato.