
Le prassi commerciali nel mercato libero(www.popmag.it)
Negli ultimi anni, il settore dell’energia ha subito notevoli trasformazioni, soprattutto con l’ingresso nel mercato libero.
Le pratiche commerciali di alcune di queste aziende hanno sollevato preoccupazioni e polemiche. Recentemente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), nota anche come Antitrust, ha condannato ENEL Energia, uno dei principali fornitori di energia in Italia, per pratiche commerciali ingannevoli. Questo provvedimento ha portato al riconoscimento di rimborsi per oltre 40.000 clienti, per un totale che supera i 5 milioni di euro. Ma di cosa si tratta esattamente? Analizziamo la situazione in dettaglio.
Nel contesto del mercato libero, le aziende fornitrici di energia adottano strategie commerciali che a volte possono risultare poco chiare per i consumatori. Di solito, i nuovi clienti vengono attratti da tariffe inizialmente competitive, promettendo risparmi significativi rispetto ai fornitori tradizionali. Questi contratti a prezzo bloccato hanno una durata di 12 o 24 mesi; dopo di che, senza un’adeguata comunicazione, scattano automaticamente nuove tariffe, spesso molto più elevate.
Il meccanismo del silenzio assenso, che consente alle aziende di modificare le condizioni contrattuali senza un’esplicita approvazione da parte del cliente, rappresenta uno dei principali punti critici. Molti clienti ricevono comunicazioni via email o messaggi che, a causa della loro formulazione poco chiara, non riescono a trasmettere in modo trasparente le modifiche contrattuali. Di conseguenza, al termine del periodo promozionale, i consumatori si ritrovano con bollette significativamente più alte, senza essere stati adeguatamente informati delle variazioni.
L’azione dell’Antitrust contro ENEL Energia
In risposta a queste problematiche, l’AGCM ha avviato un’istruttoria contro ENEL Energia, sulla base delle numerose segnalazioni da parte dei consumatori. L’indagine ha rivelato che nel corso degli anni 2022 e 2023, ENEL ha apportato modifiche unilaterali ai contratti di fornitura di luce e gas, seguendo formalmente le procedure contrattuali, ma mancando di fornire informazioni chiare e comprensibili ai clienti. Le comunicazioni inviate erano spesso confuse, assomigliando più a pubblicità che a veri e propri avvisi di modifica contrattuale.
L’AGCM ha concluso che i clienti non erano stati messi in grado di esercitare il loro diritto di recesso, un aspetto fondamentale del mercato libero, che consente ai consumatori di annullare un contratto se non soddisfatti delle condizioni offerte. Questo ha portato alla decisione di costringere ENEL a rimborsare i clienti colpiti da queste pratiche scorrette.

I rimborsi riguardano oltre 40.000 clienti che hanno subito aumenti non adeguatamente comunicati nelle loro bollette. La somma totale dei rimborsi è stimata in oltre 5 milioni di euro, un importo significativo che testimonia l’ampiezza del problema. Ma chi sono esattamente questi clienti? Si tratta di consumatori privati, piccoli imprenditori e aziende che, a causa di comunicazioni inadeguate, si sono trovati a pagare bollette ben più alte del previsto.
Questo caso rappresenta un esempio emblematico delle sfide che i consumatori affrontano nel mercato dell’energia. Molti utenti potrebbero non essere nemmeno a conoscenza del loro diritto di richiedere un rimborso, rendendo essenziale una maggiore consapevolezza e informazione su come muoversi in queste situazioni.
Come procedere per ottenere il rimborso
Per tutti i clienti coinvolti, il processo di rimborso non sarà automatico. È fondamentale che chi si ritiene danneggiato attivi un’istanza di reclamo presso ENEL Energia. Questa può essere inviata tramite posta elettronica certificata (PEC) o raccomandata con ricevuta di ritorno. In alternativa, i consumatori possono contattare associazioni dei consumatori che possono fornire supporto e assistenza nel presentare il reclamo.
L’AGCM ha specificato che, se ENEL non risponde all’istanza entro 40 giorni, i clienti hanno la facoltà di rivolgersi all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) per attivare una procedura di conciliazione, al fine di ottenere il rimborso che spetta loro.