
Attenzione alla piscina (www.popmag.it)
Con l’arrivo dell’estate e delle temperature elevate, la piscina diventa un luogo privilegiato per rinfrescarsi e praticare sport.
Con l’arrivo dell’estate e delle temperature elevate, la piscina diventa un luogo privilegiato per rinfrescarsi e praticare sport. Tuttavia, attenzione ai batteri e ai parassiti che possono nascondersi nell’acqua, soprattutto se la manutenzione non è adeguata. Tra i rischi più diffusi vi sono infezioni intestinali, cutanee e otiti, ma con semplici accorgimenti è possibile ridurre sensibilmente la probabilità di contagio.
Principali agenti patogeni nelle piscine e rischi per la salute
Negli ultimi decenni, le piscine si sono confermate come ambienti potenzialmente a rischio per la trasmissione di malattie intestinali infettive. In particolare, il cryptosporidium, un parassita responsabile di infezioni intestinali che possono protrarsi fino a due settimane, è uno dei principali colpevoli. L’infezione si manifesta con sintomi come diarrea, vomito e dolori addominali, con una percentuale significativa di pazienti che sperimenta recidive dopo la guarigione iniziale. Questo parassita si trasmette attraverso l’ingestione accidentale di acqua contaminata, spesso causata da incidenti fecali in piscina, anche in quantità minime.

Uno studio recente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che, nonostante i tentativi di evitare l’ingestione, un adulto ingerisce mediamente 21 millilitri d’acqua all’ora in piscina, mentre un bambino ne assume circa 49 millilitri. Il rischio di contrarre infezioni aumenta in presenza di un alto affollamento, soprattutto durante le ore di punta e nei periodi di vacanza scolastica.
Oltre al cryptosporidium, altri agenti patogeni da tenere sotto controllo sono lo stafilococco, responsabile di infezioni cutanee e dei tessuti molli, e le infezioni fungine che si sviluppano frequentemente negli spogliatoi, ambienti caldi e umidi ideali per la proliferazione di funghi e muffe.
Un’altra infezione comune è la cosiddetta “otite del nuotatore”, causata dalla permanenza prolungata di acqua nel condotto uditivo esterno. Questa forma di otite non si trasmette da persona a persona, ma può essere dolorosa e richiede attenzione medica.
In casi più rari, parassiti come l’acanthamoeba possono causare infezioni oculari gravi, mentre il batterio della legionella, se inalato attraverso le goccioline d’acqua nebulizzata, può provocare la legionellosi, una forma di polmonite.
Nonostante la presenza di potenziali rischi, le epidemie legate alle piscine sono eventi rari. Il principale alleato per mantenere l’acqua pulita e sicura è il cloro, utilizzato da oltre un secolo per la disinfezione. La sua efficacia è comprovata nel limitare la concentrazione di batteri e virus, anche se non garantisce una purezza assoluta, specialmente in piscine molto frequentate.
Un punto importante da sottolineare riguarda il caratteristico odore “di cloro” percepito negli ambienti delle piscine, che in realtà deriva dalla formazione di cloramine. Queste sostanze si generano dalla reazione tra il cloro e l’ammoniaca, presente in tracce nell’acqua a causa di sudore e urina. Le cloramine sono responsabili anche di irritazioni a occhi e gola, e la loro presenza persistente segnala la necessità di una migliore ventilazione e di una corretta gestione dell’igiene.