
Cos’è la fotosensibilizzazione e come si manifesta(www.popmag.it)
In estate, l’esposizione prolungata al sole e le alte temperature impongono particolare attenzione all’uso e alla conservazione dei farmaci.
Uno degli aspetti più rilevanti da considerare in questa stagione è la fotosensibilizzazione indotta da farmaci, un fenomeno che può provocare reazioni cutanee anche molto fastidiose e, in alcuni casi, gravi. Vediamo di cosa si tratta, quali sono i farmaci coinvolti, come riconoscere i sintomi e come proteggersi efficacemente.
La fotosensibilizzazione è una reazione anomala della pelle, innescata dall’interazione tra la luce solare (in particolare i raggi UVA) e alcuni farmaci o sostanze chimiche, definiti fotosensibilizzanti. Questo fenomeno può provocare una vera e propria allergia al sole, o lucite, con manifestazioni cutanee che vanno da arrossamenti e prurito a vere e proprie ustioni e vesciche nelle aree esposte, come viso, collo, décolleté, dorso delle mani e avambracci.
Quando si assumono farmaci per via sistemica (compresse, sciroppi) o topica (creme, gel), i principi attivi si distribuiscono nell’organismo e possono diventare cromofori, cioè molecole che assorbono la luce, reagendo con essa e generando radicali liberi che danneggiano la pelle. La fotosensibilizzazione è generalmente un fenomeno benigno, ma può compromettere seriamente il comfort e la qualità della vacanza.
Vanno inoltre ricordate le persone con predisposizione ereditaria o affette da malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico (LES) o alcune forme di porfiria, che sono maggiormente soggette a reazioni cutanee gravi da esposizione solare.
Due tipi di fotosensibilità: fototossicità e fotoallergia
È fondamentale distinguere i due principali meccanismi di fotosensibilizzazione chimica, perché hanno sintomi e gestione diversi:
- Reazione fototossica: è la forma più comune e si basa su un meccanismo chimico. La pelle reagisce in modo sproporzionato rispetto all’esposizione solare, dando luogo a scottature improvvise, arrossamenti intensi, infiammazioni e vesciche nelle zone esposte al sole. Può comparire anche un’alterazione della pigmentazione cutanea con macchie di colore bruno o bluastro. Questa reazione si verifica in chiunque abbia assunto il farmaco fotosensibilizzante e si espone al sole.
- Reazione fotoallergica: più rara, è un fenomeno immunologico in cui il sistema immunitario sviluppa una vera allergia al farmaco in presenza di luce solare. Dopo una seconda esposizione al medicinale, entro 24-48 ore si manifestano eczema, arrossamento, prurito e gonfiore che possono estendersi anche alle zone non direttamente esposte al sole.
Un’altra condizione da conoscere è l’orticaria solare, caratterizzata da pomfi rossi e pruriginosi che compaiono entro pochi minuti dall’esposizione al sole, con possibile associato mal di testa, respiro sibilante e nausea.

La lista dei farmaci che possono indurre fotosensibilità è ampia e riguarda diverse classi terapeutiche. Molti reagiscono ai raggi UVA e quindi possono provocare reazioni anche in caso di esposizione indiretta (ad esempio attraverso i vetri delle automobili o con cielo nuvoloso).
Tra i principali farmaci fotosensibilizzanti si segnalano:
- Antibiotici: chinoloni (usati per infezioni urinarie e polmonari), tetracicline (per l’acne giovanile);
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): piroxicam, diclofenac, ketoprofene, ibuprofene, aspirina, sulfasalazina, mesalazina;
- Inibitori della pompa protonica: omeprazolo;
- Antiaritmici: amiodarone;
- Diuretici contenenti sulfonamidi: idroclorotiazide;
- Antidepressivi e neurolettici: amitriptilina, fluoxetina, paroxetina;
- Trattamenti per il colesterolo e ipoglicemizzanti orali: fenofibrato, simvastatina, glibenclamide.
Un caso particolare è rappresentato dal ketoprofene, noto antinfiammatorio che, soprattutto nelle formulazioni topiche, è frequentemente associato a reazioni di fotosensibilizzazione. Per questo motivo, i farmaci contenenti ketoprofene riportano avvertenze specifiche: è fondamentale evitare l’esposizione solare durante il trattamento e per almeno due settimane dopo la sua conclusione.
Per sapere se un farmaco è fotosensibilizzante, il consiglio è di consultare sempre il foglietto illustrativo, dove è indicata la presenza di eventuali rischi. In caso di dubbi, è opportuno rivolgersi al medico o al farmacista.