
Torna il Reddito di Cittadinanza, ora è ufficiale: chi può richiederlo - Popmag.it
Dopo settimane di dibattiti ora è ufficiale: torna il Reddito di Cittadinanza: quanto vale l’assegno e chi potrà richiederlo.
Il Reddito di cittadinanza torna sotto i riflettori con nuove caratteristiche e un’attenzione mediatica decisamente diversa rispetto al passato.
Questa misura di sostegno, che ha da sempre diviso l’opinione pubblica italiana, continua a rappresentare uno strumento essenziale per garantire assistenza alle fasce più vulnerabili della popolazione, pur cambiando forma e modalità di erogazione. Vediamo come si è evoluta la situazione, quali sono le novità introdotte e perché, in realtà, il Reddito di cittadinanza non è mai veramente scomparso.
Assegno di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro: un sistema integrato
Il tema centrale della discussione riguarda la continuità e la trasformazione del sostegno economico alle famiglie in difficoltà. Dopo la decisione del governo Meloni di abolire il Reddito di cittadinanza nella sua forma originale, la misura è stata sostituita da due strumenti principali: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro. Questi nuovi interventi mantengono sostanzialmente gli stessi obiettivi sociali, con alcune modifiche chiave. Tra le principali critiche mosse al Reddito di cittadinanza c’era l’idea che questa misura disincentivasse il lavoro, un’accusa che ha spinto l’attuale esecutivo ad escludere dal sostegno economico i componenti del nucleo familiare considerati occupabili, modificando i parametri di calcolo e riducendo così l’importo dell’Assegno di inclusione in molti casi rispetto al precedente sussidio.
Tuttavia, a differenza di quanto si potrebbe pensare, a queste persone è stata comunque offerta la possibilità di ricevere un supporto legato alla partecipazione obbligatoria a corsi di formazione o orientamento lavorativo, in linea con il principio di politica attiva del lavoro già previsto dal Reddito di cittadinanza. L’Assegno di inclusione è quindi riservato soprattutto a famiglie con componenti non occupabili, come minori, anziani sopra i 60 anni o persone con fragilità. Al contempo, molte famiglie possono beneficiare contemporaneamente di entrambe le misure, ottenendo in alcuni casi un sostegno economico superiore rispetto al Reddito di cittadinanza originale.
Nonostante le critiche passate, i dati mostrano una realtà meno semplice da interpretare. La ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha recentemente sottolineato che circa il 26% dei nuclei familiari beneficiari del Reddito di cittadinanza ha visto almeno un componente trovare un impiego, una percentuale in linea con i tassi registrati negli anni precedenti. Nel periodo 2020-2022, infatti, il tasso di ricollocamento per i percettori occupabili variava tra il 19% e il 24,5%, arrivando fino al 34% escludendo esonerati ed esclusi dai percorsi lavorativi. Va però evidenziato che la precarietà rimane un problema strutturale: più della metà dei contratti attivati non supera i tre mesi, una criticità che permane anche con l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

Inoltre, la gestione dei percorsi di reinserimento lavorativo, passata in larga parte dai centri pubblici per l’impiego ai servizi privati, non ha prodotto i miglioramenti sperati, come dimostra la difficoltà a reclutare lavoratori stagionali e altre categorie. Dal punto di vista mediatico, mentre in passato ogni singola truffa legata al Reddito di cittadinanza veniva amplificata e utilizzata come argomento di forte critica politica, le frodi scoperte recentemente sull’Assegno di inclusione hanno ricevuto una copertura decisamente più contenuta. Un esempio è la scoperta di una truffa da 200.000 euro da parte della Guardia di Finanza di Trieste, che ha coinvolto 36 persone beneficiarie indebitamente di entrambi i sussidi.
Il 2025 ha portato con sé alcune importanti modifiche normative che ampliano la platea dei beneficiari e migliorano gli importi degli assegni. La legge di Bilancio di quest’anno ha incrementato le soglie di reddito per accedere all’Assegno di inclusione e ne ha aumentato l’importo, consentendo a un numero maggiore di famiglie di ottenere un sostegno economico spesso superiore rispetto al passato. Anche il Supporto per la formazione e il lavoro ha visto un incremento significativo: l’importo mensile è passato da 350 a 500 euro, con la possibilità di prorogare la durata del sostegno fino a 24 mesi complessivi, rispetto ai 12 iniziali.
Un’ulteriore novità in fase di discussione riguarda l’introduzione di un bonus per le famiglie che, terminati i 18 mesi di durata del sussidio, dovranno attendere un mese prima di poter presentare domanda di rinnovo. Questo incentivo, che potrebbe arrivare fino a 500 euro, rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato e riflette una diversa sensibilità politica nella gestione del welfare. In sostanza, quello che appare oggi è un quadro in cui il Reddito di cittadinanza, pur mutato nella forma e nel nome, continua a esistere e a svolgere un ruolo fondamentale nel sistema di protezione sociale italiano.