
Novità sui tumori maligni (www.popmag.it)
Un gruppo di ricercatori ha messo a punto un test in grado di prevedere con precisione quali pazienti non risponderanno alla chemioterapia.
Un significativo passo avanti nella lotta contro i tumori arriva dall’Università di Cambridge, dove un gruppo di ricercatori ha messo a punto un test combinato in grado di prevedere con precisione quali pazienti non risponderanno alla chemioterapia. La scoperta, frutto di un’attenta analisi di 840 persone affette da diverse forme tumorali, promette di rivoluzionare l’approccio terapeutico, evitando trattamenti inutili e potenzialmente dannosi.
Il test basato sull’instabilità cromosomica per prevedere la resistenza alla chemioterapia
Il nuovo test si concentra sull’identificazione di specifici cambiamenti nel DNA del tumore, noti come segni di instabilità cromosomica (Cin). Questi indicatori genetici sono stati analizzati per classificare i pazienti in due categorie distinte: “resistenti alla chemioterapia” e “sensibili”. I ricercatori hanno quindi valutato la risposta dei pazienti a diversi tipi di chemioterapia, monitorando il tempo necessario affinché la terapia smettesse di avere efficacia.
Il valore di questa innovazione risiede nella capacità di prevedere la resistenza a tre tipologie comuni di chemioterapia: quelle a base di platino, antracicline e taxani. Questi farmaci rappresentano da decenni il fulcro del trattamento di molte neoplasie, ma la loro azione non è sempre efficace e può essere accompagnata da effetti collaterali significativi dovuti alla tossicità su cellule sane.

L’obiettivo principale del team di Cambridge, sostenuto dai finanziamenti di Cancer Research UK, è di evitare che i pazienti vengano sottoposti a chemioterapia quando i rischi superano i benefici. “La chemioterapia è un pilastro della cura del cancro e salva molte vite”, spiega James Brenton, autore principale dello studio, “ma viene somministrata allo stesso modo da oltre 40 anni, senza differenziazione tra i pazienti. Molti casi mostrano resistenza, esponendo i pazienti a effetti collaterali spiacevoli con vantaggi limitati.”
Grazie al sequenziamento genomico e all’analisi dei segni di instabilità cromosomica, è possibile individuare in anticipo chi è più probabile che risponda positivamente al trattamento. Questo rappresenta un passo fondamentale verso una terapia oncologica personalizzata, che tenga conto delle caratteristiche genetiche specifiche del tumore di ciascun paziente.
Ogni anno, solo in Inghilterra, decine di migliaia di pazienti si sottopongono a chemioterapia, ma non sempre il trattamento si rivela efficace. La tossicità associata a queste terapie può causare danni importanti, compromettendo la qualità della vita dei pazienti. La possibilità di prevedere la resistenza alla chemioterapia permetterà di indirizzare rapidamente i pazienti verso alternative terapeutiche più adatte, migliorando gli esiti clinici complessivi.
Questo studio apre nuove prospettive anche nella gestione di tumori particolarmente aggressivi o in stadio avanzato, dove la scelta del trattamento più efficace e meno invasivo è cruciale. Inoltre, la metodologia potrebbe essere estesa a ulteriori tipi di cancro, ampliando l’applicazione della medicina di precisione in oncologia.
James Brenton sottolinea come l’integrazione del test nel percorso di cura possa trasformare radicalmente la chemioterapia, rendendola una terapia più mirata e meno gravata da effetti collaterali. La sfida futura sarà integrare questi dati genomici nella routine clinica, garantendo un accesso rapido e diffuso a questo strumento diagnostico innovativo.