Non sono una persona ipocrita. E poi, quello che ti dico, te lo dico in faccia. E ancora, non sono uno che sparla, questo deve essere chiaro. In forma diretta o obliqua, ecco le parole pronunciate all’alba di una nuova amicizia. Perché è meglio chiarirlo subito. Poi il resto va da sé. La maggiore preoccupazione? In una parola, la trasparenza. Una roba da cassiere? Niente affatto. Perché non è solo l’uomo comune a pensarla così. Della cosa è convinto anche Blaise Pascal quando afferma che «se le perone sapessero quello che gli altri dicono di loro, non ci sarebbe più una coppia di amici in giro».

Quindi siamo a posto. Senso comune e pensiero riflessivo per una volta sono d’accordo: il gossip è dannoso per le relazioni individuali e, di conseguenza, per il tessuto sociale.

Tuttavia numerose ricerche hanno dimostrato che fare del buon gossip è salutare. Del resto non ci voleva Socrate – anche se lui l’ha detto prima di tutti – per capire che ogni azione è compiuta perché l’individuo che la esegue ritiene sia un bene – e non un male – per lui. E se il 70% delle conversazioni si risolve nel parlare tra due o più persone dell’unica persona che invece lì non c’è, allora significa che quei due individui sono convinti che fare quella cosa là, fa bene.

Ed è proprio così. Sei anni fa una ricerca dell’Università della California ha dimostrato che fare gossip porta a controllare la maleducazione ed abbassare lo stress. Stando a un altro studio pubblicato sul Psychoneuroendocrinology, è proprio una questione neuro-endocrinologica. Parlare di qualcuno assente aumenta il livello di ossitocina, l’ormone della felicità, e diminuisce invece quello di cortisolo, l’ormone dello stress. In altre parole sparlare degli altri quando questi non sono presenti aumenta le endorfine.

C’è poi un fatto da considerare. Parlare dell’assente mette in moto il classico meccanismo della finzione. Costruisce cioè una storia che genera emozioni a grado zero di responsabilità.
In fondo è come guardare un buon film, se il gossip è di livello. O starsene davanti a Real Time, se il gossip non è poi così sofisticato.
Il gossip come vita guardata. La vita, però, senza le parti noiose. Sincerità: c’è qualcosa di meglio?


 

Matteo Sarlo è nato a Roma nel 1989, dove vive e lavora come Editor.
Nel 2018 ha pubblicato Pro und Contra. Anders e Kafka.
Ha scritto per diverse riviste filosofiche, di critica cinematografica, viaggi, cronaca e narrativa urbana.
È fondatore di Globusmag.it

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