In un recente articolo su Libero, Maurizio Costanzo (uno che di TV se ne intende) parla di Propaganda Live in questi termini: “Ha una confezione gradevole e penso che potrebbe avere più ascolto di quello che ha. Ma la verità è che le trasmissioni, quando sono intelligenti, faticano con l’ascolto”. Indipendentemente dal più o meno vasto successo di pubblico e indipendentemente dai contenuti veicolati e dal target (tendenzialmente sinistroide) di riferimento, Propaganda è un format televisivo che merita di essere osservato da vicino proprio perché, come dice il buon Costanzo, è intelligente.

Intelligenza che sta innanzitutto nell’aver saputo operare una commistione del tutto originale tra l’informazione e la satira. Il fatto che l’informazione venga mediata dalla satira non lo rende infatti un programma satirico, bensì uno dei migliori veicoli informativi della TV italiana. Senza dimenticare i reportage di Diego “Zoro” Bianchi o gli spiegoni di Marco Damilano, il punto di forza della trasmissione, in onda ogni venerdì sera su La7, resta proprio la capacità di far emergere l’assurdo già presente nelle cose: la realtà sociale, culturale e politica è mescolanza di serio e faceto, di logico e irragionevole.

In questo senso, Propaganda Live non è altro che – per usare le parole di Zoro – il “racconto della settimana”. Non c’è costruzione, interpretazione o giudizio: sono i fatti stessi a parlare attraverso la narrazione. Ed ecco un secondo, autentico, elemento di originalità. Il puro e semplice racconto del reale trae contenuti ed efficacia analitica dal web. Fin dai tempi di Gazebo (versione precedente e in miniatura di Propaganda, in onda dal 2013 al 2017 su Rai3), Diego Bianchi e i suoi autori hanno afferrato prima e meglio di tutti gli altri quella vera e propria svolta ontologica per cui il reale effettuale non può esser pensato in maniera distinta e separata rispetto al medium digitale, la cui virtualità non è solo mero commento a corollario dei fatti, ma ormai ne rappresenta la stessa fatticità, corrisponde alla loro essenza.

Se i social networks si nutrono di cronaca, è vero anche che la cronaca, per esser veritiera, non può non fagocitare a sua volta i social networks. La scoperta grandiosa di Propaganda Live è che ad oggi non esiste narrazione senza Facebook o Twitter. I social si sono fatti cioè veicolo prediletto non solo di avvenimenti e dichiarazioni, ma soprattutto della stessa opinione pubblica, che in essi nasce, si evolve, si diffonde, si afferma. A Zoro&Co. non resta altro che ritirare le reti intrecciate con fili fatti di trend topics, tags, hashtags, post di politici e di altre personalità di rilievo e commenti annessi, affinché in quell’oceano in tempesta che è Internet possano venire a galla le strutture più intime della realtà socio-politica.


 

Lorenzo Di Maria, molisano, è laureato in Filosofia con una tesi sulla fine della storia e del politico in Alexandre Kojève. Ha pubblicato articoli per Globus, Players e Lo Sguardo.

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