La pagina Facebook “De Andrè racconta la serie A”, con i suoi quasi 100.000 like, è esempio di una forma tipica del comunicare e del fare arte sui social network: il pastiche. Definito dal vocabolario Treccani come “composizione risultante dalla giustapposizione di brani di opere diverse di un solo autore o di più autori che utilizzano stili e linguaggi diversi”, la tendenza al pastiche si legittima nel nostro rapporto con la cultura e trova il suo ambiente d’elezione nel digitale. Fluidità delle categorie e delle gerarchie, intermedialità e contaminazzione ne fanno un fenomeno tipico della contemporaneità.

I presupposti del pastiche

Innanzitutto il pastiche può darsi in virtù di un certo modo di rapportarsi ai contenuti e alle forme della cultura. La completa secolarizzazione delle vite, il rifiuto del principio di autorità e del prestigio delle élite intellettuali porta alla dissoluzione delle vecchie barriere e dei confini tra cultura percepita come “alta” e “bassa”. Non esiste più alcun il principio di località e di adeguatezza, per cui una certa manifestazione culturale può apparire se e solo se è presente il determinato contesto sociale a cui è supposta “appartenere”. Tutto può essere usato da chiunque ed ovunque per significare qualsiasi cosa.

Questa orizzontalità delle manifestazioni culturali, per cui tutto è posto valorialmente sullo stesso piano, si realizza pienamente nel web, in particolar modo nei social network. Ciò è evidente se si pensa ai news feed di Facebook: scrollando l’home page si trovano uno accanto all’altro foto, video e testi riportanti approfondimenti, gossip, notizie, propaganda, intrattenimento, ecc… Facebook è il luogo in cui sopra ad una professoressa che spiega c’è un video di un vecchio cartone animato anni ‘90, mentre sotto appare la foto di un modello che pubblicizza un profumo.

Come è costruito un post di “De André racconta la serie A”

Spostando questa logica della giustapposizione dall’home page al singolo post di facebook, si ottiene il pastiche vero e proprio. Nel caso di “De André racconta la serie A” si ha infatti l’accostamento di a) un’immagine proveniente dal mondo del calcio professionistico e di b) la trascrizione di alcuni versi provenienti da una canzone di Fabrizio de André. Ma quali sono le sue caratteristiche più evidenti?

Intermedialità: il primo aspetto sintetico di questo genere di post è mediale. Si tratta infatti non soltanto del classico testo-didascalia che semplicemente si riferisce all’immagine, ma di due contenuti mediali che rimandano a contenuti di altri media. Il testo infatti trascrive e rimanda ad una canzone, mentre la fotografia generalmente rimanda a delle situazioni calcistiche mediate dal video. Si tratta di due medium assunti come frammenti per rimandare in sintesi, ovvero in forma abbreviata, ai contenuti più estesi di altri due medium.

Contaminazione: il secondo aspetto sintetico riguarda invece gli effetti di significato che derivano dalla giustapposizione di due contenuti culturali percepiti come diversissimi, decontestualizzati e semplicemente accostati l’uno all’altro. Il pastiche qui non implica alcuna riscrittura o imitazione, ma una semplice operazione di taglia ed incolla, in cui tanto l’immagine quanto i versi chiedono al loro fruitore di essere capiti l’uno attraverso l’altro e viceversa.

In questo processo avviene un doppio processo di contaminazione, dove ciò che i due elementi si scambiano non è soltanto il reciproco significato, ma, prima di tutto, gli attributi e gli atteggiamenti culturali propri dei rispettivi contesti di origine. Il calcio assume la profondità e il lirismo che solitamente si attribuiscono al cantautore genovese, mentre le canzoni vengono a loro volta dissacrate e portate a descrivere qualcosa di solitamente percepito come mondano. In questo gioco di rimandi entrambi gli elementi vengono riconfigurati: la forza di questo genere di pastiche sta proprio nel non essere una semplice processo metaforico o didascalico. Non c’è un elemento che ne spiega un altro, in quanto ciò che viene meno è proprio lo scarto e la distanza “gerarchica” tra le due parti. “De Andrè racconta la serie A” così come “La serie A illustra De Andrè”: con Facebook abbiamo scoperto come il calcio possa illustrare ed esibire le canzoni così come queste possono spiegare e descrivere il calcio.

Andrea Ferretti è laureato in filosofia con una tesi sul Senso Comune nel pensiero di G. B. Vico. È appassionato di calcio, folklori contemporanei e giochi di ruolo.

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